La cataratta è un fenomeno fisiologico legato per lo più all’invecchiamento. Ma di cosa si tratta nello specifico? È bene sapere che è del tutto normale e che non c’è da allarmarsi: consiste nell’opacizzazione del cristallino naturale all’interno dell’occhio a causa dell’accumulo progressivo delle proteine che avviene con l’avanzare dell’età. Questo processo fa sì che il cristallino opacizzato riduca la quantità di luce che passa all’interno degli occhi e la visione diventi leggermente ofuscata, quasi ci trovassimo sempre di fronte a una coltre di nebbia. Ogni anno in Italia sono più di 557 mila gli interventi di chirurgia della cataratta.
I sintomi e gli effetti della cataratta
Solitamente, i sintomi iniziali della cataratta sono difficili da percepire: occorre prestare particolare attenzione anche ai lievi cambiamenti della propria vista perché i problemi di cataratta possono manifestarsi in modo diverso in ciascuno di noi. Si può notare ad esempio una visione annebbiata e sfuocata, semplicemente avere disturbi solo al buio, con la visione notturna, essere soggetti ad una particolare fotosensibilità (intolleranza alla luce che provoca fastidio o dolore e causa la contrazione delle palpebre per evitare la luce), oppure vedere aloni intorno agli oggetti luminosi, talvolta con una visione sdoppiata.
A questo punto è arrivato il momento di intervenire.
A chi bisogna rivolgersi?
Il primo step prevede una visita oculistica specializzata, a seguito della quale sarà l’oculista a decidere la strada da percorrere per approcciare chirurgicamente il problema.
Se si decide di procedere chirurgicamente a cosa vado incontro?
Durante l’intervento il chirurgo per effettuare piccole incisioni nell’occhio e rimuovere il cristallino naturale opacizzato utilizza generalmente il bisturi lavorando in anestesia topica e in regime ambulatoriale. Ecco come si procede abitualmente: si pratica una piccola incisione sulla cornea ed il cristallino dopo essere stato frammentato viene rimosso, al suo posto, si posiziona una nuova lente intraoculare. Generalmente non servono punti di sutura per chiudere l’incisione, viene solo applicato un patch per proteggere l’occhio dopo l’intervento.
Il nuovo femtolaser
Oggi grazie ai progressi della tecnologia in campo chirurgico, si può optare anche per una procedura laser assistita senza l’utilizzo del bisturi. Questa procedura permette di ottenere risultati più precisi e stabili e un recupero più veloce.
Si procede con un laser a femtosecondi, detto anche femtolaser, che utilizza una luce infrarossa con impulsi della grandezza di pochi micron e di brevissima durata in grado di “tagliare” i tessuti nel punto desiderato, senza alcun danno per l’occhio.
Il laser permette al chirurgo di creare, ancor prima dell’intervento, una mappa 3D dell’occhio, consentendo di effettuare misurazioni precise; dopo di che, viene utilizzato per creare l’apertura nella capsula che contiene la cataratta (la ammorbidisce e la rompe in piccoli pezzi per una rimozione più dolce); infine consente un posizionamento preciso della nuova lente intraoculare.
Naturalmente si tratta di decisioni da prendere insieme all’oculista e al chirurgo, dopo una visita approfondita: non è possibile stabilire a priori se per noi sia meglio l’una o l’altra soluzione, ma è necessario valutare l’intero quadro clinico.
Fonte: Starbene.it